La Russia è stata la protagonista degli incontri tenutesi dal 16 al 19 settembre al meeting annuale Valdai Club che ha visto la partecipazione non soltanto di Putin, ma anche di membri dell’opposizione interna russa e d’importanti leader internazionali.
Diversi i temi tracciati che spaziavano dalla politica interna russa alle grandi questioni internazionali dove la Siria ha rivestito una delle questioni principali.
Un forum importante non solo per la Russia, ma anche per l’Europa visto il loro indissolubile legame storico – politico ed economico.
Per tracciare un quadro generale di come si sono svolti gli incontri, ci siamo rivolti a, Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica all’università statale di Milano ed indipendent director della fondazione “Enrico Mattei”, che è stato presente durante l’intera durata del forum.
Corrispondente:Come commenterebbe queste giornate d’incontri al Valdai?
Sapelli: Sono state molto interessanti. Soprattutto quando abbiamo incontrato personaggi del livello di Lavrov, rappresentante della vecchia scuola di Gromyko.
Mi ha molto impressionato l’approccio globale tipico del Valdai: il fatto che si incontrino specialisti di ogni Paese, mentre quello che mi è sembrato un po’ sottotono rispetto alla precedente edizione, è stata l’eccessiva presenza di giornalisti rispetto alla scarsa presenza di intellettuali di razza o di professione.
Corrispondente: Come commenterebbe in particolare l’incontro intercorso tra Putin e Romano Prodi?
Sapelli: Innanzi tutto devo dire che l’incontro così com’è stato organizzato tra Putin e tutto l’insieme del Valdai è stato molto diverso dall’anno scorso. Non è stato un incontro con un piccolo gruppo: eravamo circa 150 persone, non c’era solo Putin, ma anche esponenti dell’opposizione e si è dato maggior spazio alla politica interna.
Venendo alla sua domanda su Prodi, devo dire che, soprattutto la performance di Prodi mi è sembrata deludente: innanzitutto per il suo pessimo inglese che ha dato problemi alla traduzione, ma al di là di quello, la risposta che ha dato all’interrogativo sulla stabilità del governo è sembrata deludente e carente politicamente e scientificamente.
Corrispondente: Secondo lei la stampa europea ed italiana, hanno dato sufficiente risalto agli incontri?
Sapelli: No. A tal riguardo ricordo l’incontro che ebbi col precedente ambasciatore italiano in Russia che lo scorso anno si lamentava di come i media italiani presentassero la Russia. Io ero allora editorialista del Corriere della Sera, oggi lo sono del Messaggero, mi affrettai quindi a chiedere al mio direttore la possibilità di parlare dei problemi del Valdai e della Russia. Mi fu accordata questa possibilità e spero di poter ripetere la cosa sul Messaggero.
Ho notato come la stampa ha trattato l’incontro con Putin. E’ stato dato risalto solo alla battuta su Berlusconi rivelando la superficialità della stampa italiana e l’ostilità ideologica contro Putin presentato ancora come un essere autoritario. Vengono sottovalutate le difficoltà che Putin, ed il suo gruppo dirigente, devono affrontare per tenere insieme un Paese vasto e complesso come quello che è emerso durante il Valdai. Ricordiamo i rapporti con i gruppi islamici o i rapporti con le ex repubbliche dell’Unione Sovietica; Putin ha davanti a se dei compiti terribili ed in Italia se ne discute o in maniera caricaturale o con una politica aggressiva come quella utilizzata nei confronti di Gas Prom.
Corrispondente: Quale crede che sia l’importanza dei rapporti bilaterali tra la Russia e l’Italia, in particolare a livello economico?
Sapelli: La Russia e l’Italia collaborano dagli anni ’30, quando la FIAT costruiva le littorine al tempo di Stalin, poi la FIAT ha costruito Togliattigrad. Successivamente l’ENI con la grande intuizione di Mattei, superando la guerra fredda e cooperando per la coesistenza pacifica, ha contribuito non solo all’energia per l’Italia ma anche all’energia per l’Europa. Io sono inoltre un fautore dell’idea gollista dell’Europa che penso debba andare dalla Francia agli Urali. Credo che i rapporti con la Russia debbano essere intensificati e che l’unica possibilità per l’Europa di diventare una grande potenza sia quella d’integrarsi sempre più con la Russia. Purtroppo a questo osta la politica degli USA, finché avremo i missili in Polonia questo non sarà possibile.
Corrispondente: Dal 23 al 27 settembre si rinnova la collaborazione Russia – NATO con degli studi comuni sulla collaborazione aerea contro il terrorismo. Crede che in futuro verrà valorizzata la posizione della Russia nella NATO sulla scia degli incontri a Pratica di Mare?
Sapelli: Credo che molto dipenderà da come si evolverà la questione siriana, è necessario capire l’importanza geostrategica di introdurre la Russia nella Nato. Io penso e spero che le collaborazioni, che sono prevalentemente di studio, vadano avanti e pongano le basi per una collaborazione non solo militare ma anche industriale nell’avionica.
Vorrei aggiungere che il Valdai è un’idea molto importante e che dovrebbe essere maggiormente valorizzata dalla stampa europea! Quando se ne parla ci sono più accenti critici che mirati a sviluppare quello per cui il Valdai è nato ovvero una collaborazione intellettuale.
Corrispondente: Perché secondo lei c’è sempre questo accento critico nella stampa occidentale?
Sapelli: Perché l’Europa è presa da un delirio liberista e da una politica economica completamente sbagliata ad egemonia tedesca. La Germania vuole avere un rapporto con la Russia solo per sé e non vuole che si formi un blocco europeo con la Russia. Poi c’è l’ostilità nord americana, gli statunitensi non hanno assolutamente fatto il “reset” promesso da Hillary Clinton, anzi continuano di fatto una politica di guerra fredda.
Corrispondente: Magari in futuro si potrebbe avere un avvicinamento dell’Europa verso la Russia con un allontanamento dall’America?
Sapelli: Questo è quello che le cancellerie europee dovrebbero cercare con molta decisione, i francesi sono su questo decisi soprattutto da parte gollista. Per quanto riguarda l’Italia non si sa bene cosa possa decidere avendo perso i suoi grandi interpreti in politica estera.
Bisogna però ritrovare la bussola e capire che il rapporto con la Russia è fondamentale per l’Italia e per l’Europa, che potrà sfuggire al suo declino solo se si integreranno i due blocchi economico – sociali europeo e russo.
Avete ascoltato l’intervista rilasciata da Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica all’università statale di Milano ed indipendent director della fondazione “Enrico Mattei”, al nostro corrispondente Luca Di Trani.
Amici ascoltatori, credete anche voi che l’Europa per sfuggire alla crisi debba cercare una maggiore collaborazione con la Russia?
Fonte > La Voce della Russia
Commenti
Anch'io penso che sarebbe l'unica soluzione per l'Europa.
Il legame con gli USA è sempre più un cappio, ma non posso pensare che loro accettino.
Putin è una brava persona, ha fermato una guerra, ha portato distensione in medio oriente, restando ferreo con l'Iran , come nazione da proteggere.
Parla tedesco, è di origine Vicentina, il nonno è originario da Isola Vicentina e i suoi parenti (che gli assomigliano molto) Vivono tra Caldogno e Costabissara.
Speriamo ci aiuti a far uscire l'itaglia
framassona e mediterranea dal Veneto.
coraggio Putin con te ci siamo anche noi
Putin potrebbe nascondere l'anticristo.
Registriamo questi dati da una profezia:
L’anticristo verrà da Oriente, non da Occidente, ma sarà amato, onorato e riverito da entrambi e in ogni angolo della terra. Ciò avrà inizio in questo modo.
Mi sembra che corrisponda a quello che Blondet ha colto nel suo ultimo articolo.
Saluti
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