Letta ci rovina per compiacere Merkel
Gustavo Piga
05 Dicembre 2013
La conferma che la politica monetaria, che ha fatto quanto poteva, non ci tirerà fuori da questa crisi da domanda. Là dove la crisi non c’è, come in Germania, abbassamenti del tasso della Banca Centrale Europea abbassano il costo del credito alle imprese tedesche. Ma non a noi: le nostre banche non prestano ma investono in titoli di Stato (bilanci della banche italiane da settembre 2012 a settembre 2013: +20,4%, 66 miliardi, in portafoglio titoli di stato, -43 miliardi di prestiti alle imprese, -4,5%, sempre dati Confartigianato) e non si contendono un mercato anemico di progetti di investimento (chi ha voglia, col pessimismo che circola, di domandare credito?) e comunque rischioso (la recessione fa crescere i crediti incagliati).
Risultato? Lo spread con il tasso BCE dei tassi attivi delle banche italiane, quelli che praticano alle imprese, cresce, non cala.

L’unica leva vera a disposizione? La politica fiscale espansiva, in modo da riavviare aspettative positive su ordini e clienti, via domanda pubblica.
Come può pensare il Presidente Letta che le imprese possano tornare ad investire di fronte ad un documento, il DEF, firmato di suo pugno, dove, nel giro di 4 anni, 2014-2017, si promette (sarebbe meglio dire si minaccia) di far scendere il deficit in rapporto al PIL dal 2,5% allo 0% di PIL, ovvero di 40 miliardi? Lo sanno tutti come, se mai veritiero, verrà raggiunto questo risultato: bene che vada per 2/3 con aumenti di tasse e 1/3 con tagli lineari di spesa, facendo collassare la domanda interna.
Chi mai investe in questo contesto? Chi?
La soluzione proposta dai Viaggiatori, di prossima uscita, è tanto semplice quanto ovvia: bloccare al 3% il deficit su PIL per i prossimi 4 anni e finanziare maggiore spesa in appalti con tagli agli sprechi negli stessi. In questo modo il contesto sarà quello giusto: quello che inciterà le imprese a scommettere su investimenti e alle famiglie sui consumi.
Rimane l’interrogativo leggerino che va tanto di moda nei circoli dei lirettanti: ”e se i tedeschi dicono di no?” Si accomodino: ci sono due anni davanti a noi per che deliberino le famose multe pecuniarie. Che costeranno, se mai si azzardassero a comminarle, molto meno dei benefici che trarremo (e che l’Europa trarrà) da una nostra ripresa.
Svegliate il Governo in coma. O staccategli la luce.
Gustavo Piga
Fonte > gustavopiga.it
Commenti
In che modo il sistema può essere scardinato, viste le sue impressionanti infiltrazioni di servizi vari nel distorcere le politiche anche di più basso livello...?
la sua analisi? meglio tardi che mai!
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