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Martin Schulz è un kapò. Della Nuova Europa
12 Settembre 2012
«Quelli che hanno fatto di tutto per avere l’aiuto della Banca Centrale Europea, adesso dicono che non lo vogliono. La speculazione giocherà su questa contraddizione»: così Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera.
Questo giornalista, già universalmente ammirato per il suo coraggio, non l’ha scritto sul Corriere, ma su twitter: in ogni caso, ha detto una verità. Strana. Il piano Draghi di acquisto di titoli italiani e spagnoli a tre anni? «Non ne abbiamo bisogno», assicura Monti. Quanto a Mariano Rajoy, Goldman Sachs – l’alma mater di Draghi – «prevede» (ossia esige) che la Spagna chiederà il salvagente della BCE entro una settimana. Ma il premier ispanico non vuole chiedere l’aiuto fino ai primi di ottobre, quando ci sono delle elezioni in Galizia. Intanto, i due Paesi godono del calo dello spread che è dovuto all’annuncio di Draghi. Ma la BCE non ha ancora fatto niente, non ha ancora cominciato – sia chiaro – a comprare i buoni; aspetta ed esige la richiesta formale dei due Stati, e la loro sottomissione alle «severe condizioni» – che non vengono nemmeno specificate. Quanto durerà l’effetto-annuncio? E la Spagna, di soldi ha bisogno eccome.
Ma «gli spagnoli temono di diventare un’altra Grecia, di doversi tagliare il braccio destro in cambio di una trasfusione di sangue», ha detto Mark Cliffe, chief economist della banca olandese ING.
Lo spettro della Grecia non si agita a caso. Pochi giorni fa Martin Schulz, il noto presidente del parlamento europeo – quello a cui Berlusconi, nel 2003, diede del kapò, suscitando una tempesta diplomatica – ha proposto la creazione di «Zone Economiche Speciali» in Grecia, ossia zone franche attrattive per investitori stranieri a cui si offrono agevolazioni fiscali o esenzioni totali, regimi doganali favorevoli, soprattutto lavoro a basso costo e massima «flessibilità». Zone sottratte al governo locale, e gestite da tecnici della UE col potere d’imporre riforme allo Stato (non basta infatti che il salario greco sia stato già tagliato da 751 a 586 euro mensili lordi), che Schulz chiama orwellianamente «agenzia di crescita». Il ministro dell’Economia tedesco Philipp Roesler s’è subito unito alla proposta, raccomandando al governo greco di rivolgersi alla Commissione per la rapoida attuazione delle zone economiche speciali.
Ma Schulz fa più specie, perchè è un esponente del Partito socialdemocratico SPD, e membro di prestigio dell’Internazionale Socialista: quella che unisce il francese Hollande, il greco Papandreu, e il nostro Bersani con tutto il PD. Se queste sono le «sinistre» europeiste, dopotutto, a malincuore, bisogna ammettere che Berlusconi aveva indovinato a chiamare Schulz un kapò. (Le président du parlement européen réclame des zones économiques spéciales en Grèce)
Le Zone Economiche Speciali sono infatti tipiche realtà per attrarre capitali in Paesi che hanno poco altro da offrire che manodopera a basso costo, magari da poco usciti dal comunismo, come Cina e Vietnam; mai sono state istituite in un Paese europeo, tranne che in Polonia nel 1990 – ma ha dovuto rinunciarci quando è entrata nell’Unione Europea, perchè il regime fiscale di quelle zone configurerebbe una concorrenza sleale. Adesso invece cambia tutto. Il settimanale Spiegel ha rivelato il 25 maggio 2012 che questa delle zone speciali è parte di un piano in sei punti, concepito a Berlino a porte chiuse, estendibile a tutti gli altri Paesi «periferici» dell’unione monetaria messi a dura prova dalla crisi. Il piano comprende la vendita forata di beni pubblici attraverso fondi di privatizzazione ricalcati sulla Treuhand, l’istituzione fiduciaria che liquidò i beni della Germania ex-comunista, la riduzione delle leggi di protezione del lavoro, l’introduzione di contratti di lavoro gravati da minori imposizioni previdenziali e sociali (e dunque minori prestazioni). Il che andrebbe persino bene, se tutto ciò non fosse gestito da Berlino con la delicatezza ben nota. Il governo greco è stato costretto ad accettare; il ministro Roesler volerà ad Atene, spinto da folti gruppi imprenditoriali germanici desiderosi di approfittare delle favorevoli nuove condizioni in Grecia.
Nelle Zone Economiche Speciali mancherà solo il cancello con la scritta Arbeit macht Frei per rendere chiaro, finalmente, cosa vuol essere l’Europa Federale a cui Monti ci conduce a marce forzate, fra gli applausi dei nostri politici e dei nostri media. E si capisce meglio come mai Mario Monti, nel solito convegno dei miliardari, banchieri e speculatori a Cernobbio, abbia annunciato «un vertice UE contro i populismi anti-europei»: è il segnale di una campagna repressiva contro la temuta rivolta popolare nella «prigione dei popoli» chiamata eurozona, specialmente quando gli effetti delle «condizionalità» imposte dalla BCE colpiranno la gente in termini di iper-tassazione, recessione, de-pauperamento e perdita di libertà. Prima che la reazione possa organizzarsi politicamente, essa va stroncata (lo scandalo montato a freddo contro Beppe Grillo ne è probabilmente un assaggio). È una «guerra» come la «guerra agli evasori», termine che Monti usa sempre più spesso, per giustificarne la spietatezza delle operazioni che è stato mandato ad eseguire.
Quale posto sia assegnato all’Italia nel nuovo ordine germanico, può essere indicato da uno studio della Deutsche Bank, che pretende di analizzare «oggettivamente» l’intreccio dei «vantaggi competitivi» nel mondo post-globale.

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Il diagramma è abbastanza esplicito. Ma spieghiamolo un po’. Per «Technology Rich Countries» o Paesi tecnologicamente favoriti, Deutsche Bank intende quelli che «generano esportazioni avanzate e dispongono di imprese che organizzano i processi produttivi globali». Nella selezione, l’ufficio-studi della banca ha tenuto conto dell’alto livello di istruzione, del numero di brevetti, della qualità delle istituzioni (Stato di diritto, corruzione, tutela della proprietà), diffusione di internet, eccetera. «Labour Rich Countries», o Paesi ricchi di forza-lavoro sono quelli che hanno abbondanza di manodopera a basso costo, anche solo in relazione ai Paesi circostanti: per questo, come si vede, vengono indicate come «labour rich» anche Ungheria, Cekia, Slovacchia, Polonia, insomma i Paesi dell’Est che – per coincidenza fortunata – sono satelliti della potenza economica tedesca, o che la Germania attrae nella sua sfera d’influenza. «Commodity rich Countries» sono ovviamente quelli che esportano materie prime (commodities), dall’Arabia Saudita alla Russia. A parte, a sinistra, isolate nel loro cerchio, sono «i Paesi senza particolari vantaggi competitivi»: come per caso, sono i Paesi mediterranei che la Germania considera «cicale» colpevoli del loro alto indebitamento, più l’Argentina, altro Paese latino. Difatti, spiega Deutsche Bank: questi Paesi «non sono forti in nessuna delle tre categorie» (tecnologie, manodopera a basso costo, materie prime) e hanno faticato ad accrescere il loro export nell’ultimo decennio; se hanno preso parte nel commercio globale, l’hanno fatto accrescendo il loro indebitamento». A rincarare la dose, Deutsche Bank pubblica quest’altro schema: Paese per Paese, indica il rapprto fra competitività delle economie in rapporto alle paghe. S’intende che paghe più alte sono più giustificate dove la competitività è maggiore. Gli Stati al disotto della curva sono quelli che risultano più competitivi, ed appetibili per investirvi, rispetto al costo del lavoro locale. Al di sopra della curva sono i Paesi dove il lavoro costa «troppo» rispetto alla loro competitività, debole.

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Come si vede, ancora una volta la Grecia è quella messa peggio, ma Spagna, Italia, Portogallo (e Slovacchia, Argentina e Irlanda) sono alti nella graduatoria dei buoni a nulla che devono ancora fare molti compiti a casa per diventare almeno un poco competitivi. Se poi vi incuriosisce sapere i motivi di questa condizione, vi aiuta la tabella seguente:

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Potrete constatare che l’Italia va peggio della stessa Spagna quanto a «spesa pubblica sprecata», «peso della regolamentazione burocratica di Stato» ed efficienza dei consigli dì amministrazione. Essenzialmente, viene identificata la nostra palla al piede: è il macigno del parassitismo pubblico, inadempiente e incompetente. È un quadro apparentemente oggettivo (e per l’Italia, purtroppo, coglie nel segno). In realtà è il contrario: tutto lo studio della Deutsche Bank mira a «comprovare» il fatale errore di analisi che domina in Germania a proposito della crisi. Un errore molto interessato, che interpreta l’attuale crisi come una crisi dei debiti sovrani (da trattare con austerità brutali e rientri del debito) anzichè per quella che è: una crisi della competitività relativa di economie troppo divergenti messe nella gabbia di una moneta unica per giunta «forte»; divaricazioni di produttività accumulatisi negli anni dal 2000, per l’impossiblità di compensarli con svalutazioni.
In altre parole, «è il divaricarsi delle competitività che ha provocato la crisi del debito, e non viceversa» (Jacques Sapir). Come già detto, l’analisi tedesca è verosimile solo per l’Italia, la cui classe politica ha voluto entrare nell’euro già con un debito pubblico del 103% sul PIL, fatto di puro spreco. Ma la Spagna aveva fino a ieri un debito del 60%. Irlanda e Portogallo erano fino a ieri esaltati dagli eurocrati come allievi-modello. E che dire della Slovenia, l’ultimo Paese entrato in situazione di bancarotta, al punto da aver bisogno di un «salvataggio» da parte della BCE di mezzo miliardo di euro entro fine anno, altrimenti cesserà i pagamenti? La Slovenia, questo Paese di 2 milioni di abitanti, è entrato nell’euro solo nel 2007, salutato da un Prodi entusiasta che, nel suo discorso di benvenuto a Lubiana, sottolineò la sanità delle finanze pubbliche slovene. Ancor oggi, il debito pubblico sloveno è sul 47% del PIL. Ma a farlo fallire sono state le sue banche (di Stato), che si sono riempite di crediti cattivi perchè a loro volta gonfiate di fiumi di liquidità offerti dalle banche austriache e tedesche. Le quali, non sapendo più dove investire i giganteschi surplus depositati in banca dalle imprese nordiche «più competitive», hanno offerto un eccesso di credito a basso costo, spropositato per una popolazione di soli 2 milioni. Sicchè la Slovenia, che entrò nell’euro in crescita, nel 2009 ha visto crollare il suo PIL a -8%, ed è in recessione un’altra volta. Ultimo della fila dei Paesi prosperi, che l’euro ha ridotto alla miseria, allo smantellamento delle protezioni sociali, al troncamento dei salari. E alla bancarotta. È fin troppo evidente che la causa di queste disgrazie a catena è l’euro; che è il divaricarsi della competitività nella gabbia dell’euro ad aver provocato la crisi dei debiti pubblici, e non il contrario; evidentissimo che l’unica politica nazionale sana, per un leader leale con il suo popolo, è uscirne al più presto, prima che l’economia dei Paesi «marginali» sia completamente desertificata dalle iper-tassazioni imposte dalle banche internazionali tramite i suoi fiduciari, alla Mario Monti o Mario Draghi, il duo Goldman Sachs. Ma non è certo la soluzione che i «tecnici» sono disposti ad adottare. La prova s’è avuta qualche giorno fa, quando il premier Samaras, greco, ha chiesto «un po’ di respiro» prima di applicare le nuove e crudeli austerità volute dalla «troika». Ciò ha provocato in Germania varie minacce di espellere la Grecia dall’euro; voci che però si sono subito taciute. Perchè? Perché le banche internazionali ormai hanno conteggiato le conseguenze di una simile espulsione, e sono incalcolabili: l’uscita della Grecia produrrebbe la svalutazione degli attivi della Grecia (di cui è piena la banca Centrale Europea, fra l’altro) e l’immediata corsa alle banche dei Paesi secondi sull’orlo della crisi, come Italia, Spagna e Portogallo. Risultato finale, un disastro non più controllabile, distruttivo per le strutture finanziarie mondiali. È per evitare questo che a Berlino s’è elaborata la «soluzione» di creare Zone Economiche Speciali in Grecia, ossia zone gestite dai creditori esteri, essenzialmente tedeschi, e dove i diritti del lavoro sono sospesi. Ma avverrà solo in Grecia? Lo studio sopra citato della Deutsche Bank mette anche Italia, Spagna e Portogallo nella lista dei Paesi «senza uno specifico vantaggio competitivo»: sottinteso, senza vantaggi per le banche germaniche e la finanza internazionale. È un catalogo che rievoca sinistramente il concetto di «bocche inutili», che nel Terzo Reich condusse all’eliminazione dei malati mentali: dimostrazione che cambiano i regimi, ma i popoli non cambiano mai. Cosa fare delle nazioni «non particolarmente competitive»? Rieducarle col lavoro in zone economiche speciali. Arbeit Macht Frei. L’analisi tedesca è come ho detto un errore interessato, perchè consente a Berlino di avvantaggiarsi (sottraendo quote ai Paesi in crisi competitiva che non possono salvarsi svalutando), e nello stesso tempo di rifiutare i trasferimenti verso il Sud richiesti dalla «solidarietà» europea: trasferimenti in ogni caso astronomici, se si pensa che Lombardia, Veneto e Piemonte trasferiscono alle regioni criminali del Meridione 50 miliardi l’anno, un’altra «tassa» esosissima senza frutto, un’altra palla al piede del Nord produttivo. Attenzione: proprio la situazione italiana ci dice che l’analisi tedesca, anche se è purtroppo valida per l’Italia, vale solo per metà: precisamente, per la metà meridionale, orgia da mezzo secolo di spese parassitarie e sprechi pubblici, di inefficienze invincibili, di gestione della criminalità organizzata e della sua – contigua – criminalità politica. L’accusa di essere «cicale» non vale certo per il Nord produttivo: basta dire che la Lombardia, se diventasse indipendente, sarebbe uno Stato dieci volte più popoloso della Slovenia e soprattutto più competitivo della stessa Baviera. Tenere questo Nord ultra-produttivo nella lista di basso rango delle «bocche inutili» da rieducare fa enormemente comodo all’industria tedesca: si può dire che mantenere l’Italia «unita» (nell’euro) sia oggi il suo maggior interesse. E se si arrivasse al punto di creare «Zone Economiche Speciali» in Italia, dove credete che le metterebbero? Forse in Calabria dove i lavoratori di Gioia Tauro hanno preferito la cassa integrazione piuttosto che impegnarsi a ridurre il proprio assenteismo del 25%? Nella Calabria dove comanda la Ndrangheta, nella Sicilia dove la mafia è il potere stesso, nella Campania della Camorra? Dove il territorio è distrutto e reso inservibile al turismo dalla «cultura dell’abusivismo»? Dove se le tue politiche non sono gradite, ti sparano a lupara? No: per gli eurocrati sotto ideologia tedesca, meglio fare Zone Speciali a Brescia, Vicenza o Mantova. Lì sì che gli industriali tedeschi scenderebbero a frotte ad investire, godendo delle agevolazioni fiscali e dei tagli al costo del lavoro, con l’enorme vantaggio aggiuntivo di controllare direttamente il più temibile concorrente potenziale, godendo dei suoi vantaggi competitivi a beneficio tedesco! Ecco perchè l’Europa federale di domani si delinea così: un lager i cui mandanti sono le banche internazionali e il Draghi-Goldman Sachs, ma i kapò sono i Martin Schulz, o se si vuole altri socialdemocratici che «si preparano a governare», come ha detto Bersani. Chi si fa convincere che la cura alla crisi di miseria sia «più federalismo» europeo, come strillano tutte le sinistre (Renzi compreso, ahimé), farà bene a leggersi le obiezioni di William Pfaff qui a fianco. In che cosa di grazia, chiede Pfaff, più Europa risolverebbe la crisi da chiusura del credito ai Paesi sfavoriti, originata da Wall Street? «È il grado di federazione già esistente ad aver avuto la parte fondamentale nella crisi. È l’aver legato nell’eurozona 17 nazioni economicamente disparate... grandi parti della popolazione in Grecia, Spagna e Portogallo sono state obligate alla miseria, le economie di tutti i 17 membri sono state gravemente danneggiate, i governi dei Paesi deboli sono stati privati della loro autonomia politica (...), stranieri impongono loro programmi d’austerità uguali per tutti, molto discutibili, e per questo non funzionanti». Eccetera. Un pezzo tutto da leggere.
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Commenti
State in salute maestro, state in salute!
Berlusconi aveva ragione con Herr Schulz (l'unico errore,semmai,f u di non chiamarlo Vopo, come la polizia della DDR),aveva ragione con Madame Lagarde, e con Frau Merkel.
Ma adesso, cosa se ne fa Berlusconi , e noi con lui ,di questa ragione, quando l'Italia é stata consegnata "ammanettata" a Goldman Sachs & Company?
Quegli insulti gli sono costati: la carriera politica, (il Quirinale), il partito, e se ricade in fallo gli sfasciano anche le aziende o forse anche peggio.
L'errore di Berlusconi è stato quello di millantarsi amicizie influenti nel mondo che lo avrebbero comunque salvato, ma qui ha sbagliato i calcoli, perche anche Putin quandoo ci sono di mezzo i tedeschi sta zitto.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/cos-ogni-nostro-gesto-verr-spiato-dallo-stato-835305.html
Se l'euro crolla, la Germania dovrebbe ripristinare il marco, ma il suo valore diventerebbe talmente alto, che non esporta più nulla, la crisi è alle sue porte. Meglio la porta "rieducativa", per gli altri.
Con un tale supporto, oltre ai Giuda tecnocratici imposti da Goldman Sachs, non posso più avere alcun dubbio(se mai lo ho avuto)dove allignano, per una tradizione inestinguibile, i traditori dell'Italia.
Giuliano
dio mio ora ce lo ficcano in c..o anche da nord, non più solo da sud.
E noi coglioni stiamo zitti, o forse ci abbiamo preso gusto?
Dio è grande e buono, ma chi sotterra i talenti e non li fa fruttare viene cacciato... il tempo è poco e va usato!
Gli italioti potrebbero finalmente darsi senza problemi alle loro attività predilette, e, reciprocamente, anche gli stranieri (non è una cosa seria, se lo facessimo sentiremmo sferragliare i panzer).
Allora non imprenditori ma saccheggiatori del lavoro e della vita di chi lavora.
Tanto per chirezza e gistizia.
Affermazione tristissima e sacrosanta.
Almeno sino a quando un lento e faticosissimo percorso di maturazione non porti le singole comunità ad incontrarsi, in un difficile ma necessario percorso di Verità, per liberarsi dagli antichi "vizi", non a caso rappresentati al peggio dalle rispettive oligarchie dominanti.
Sarà anche sbrigativo e un po' eccessivo affermare, come fa ad esempio Paolo Barnard, che in fondo i tedeschi sono tutti nazisti da sempre, ma il ghigno da bastardo di Schulz ne è la lombrosiana conferma.
Benefattori dell'umanità...?
Infatti ho scritto che le oligarchie dominanti esprimono al peggio i vizi nazionali:
i "nostri"? Cialtroni disonesti;
gli ingresi? Perfidi spocchiosi;
i francesi? Ipocriti pomposi;
gli americani? violenti e infantili.
E i benefattori dell'umanita..?
Uno solo... finito sulla Croce.
L'ambasciatore yankee in Libia defunse!
Bene sta all' arroganza usraeliana che sta distruggendo ogni regime laico in Medio Oriente!
Obama manderà i marines e ci sarà una base USraeliana in Libia.
"Attenzione: proprio la situazione italiana ci dice che l’analisi tedesca, anche se è purtroppo valida per l’Italia, vale solo per metà: precisamente, per la metà meridionale, orgia da mezzo secolo di spese parassitarie e sprechi pubblici, di inefficienze invincibili, di gestione della criminalità organizzata e della sua – contigua – criminalità politica. L’accusa di essere «cicale» non vale certo per il Nord produttivo: basta dire che la Lombardia, se diventasse indipendente, sarebbe uno Stato dieci volte più popoloso della Slovenia e soprattutto più competitivo della stessa Baviera."
Per quanto tempo ancora dobbiamo continuare a credere che a tutte le latitudini ci sia sempre un sud parassitario, fancazzista e criminale di un qualsiasi nord laborioso, dinamico e onesto?
Le cause che generano nord ricchi e sud poveri non sono certo da ricercare nella superiore "moralità" dei nordici (quali poi? da quale latitudine iniziano?), ma dalle condizioni economiche e strutturali che coinvolgono popoli, nazioni, gruppi sociali e anche singoli individui. La Germania domina in Europa e l'Italia fa parte dei PIIGS, non certo per la superiore "laboriosità" dei tedeschi, ma perché hanno potuto sviluppare più intensamente le loro attività produttive, sfruttando il vantaggio competitivo offerto dall'introduzione dell'euro, relegando gli altri paesi europei a ruoli marginali e mercati di sbocco dell'industria tedesca, come chiarissimament e spiega fra tanti altri, anche questo economista eterodosso, prof. Bagnai in questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=gEhZMldT-FE
Dei tedeschi si potrà dire tutto ma non certo che non siano un popolo laborioso.
Lo dimostra il fatto che non hanno un NORD ed un SUD. E' un paese federale dove ogni Land è più ricco dell'altro, non hanno certo in casa loro una landa tipo la Calabria.......
E non si puo nemmeno dire che l'Italia abbia una posizione geografica infelice, tutt'altro, siamo un'espressione geografica nel cuore del Mediterraneo, con potenzialità commerciali enormi coi: Balcani, la Spagna, il nord Africa, il Medio Oriente, l'Asia Minore....e non le sappiamo sfruttare, per colpe nostre non per quelle dei tedeschi.
Io ho fatto elementari e medie in una scuola tedesca. Se saltavi un compito in classe o un'interrogazione perchè eri malato prendevi automaticamente il voto minimo. Per cui, magari con l'influenza, ti facevi accompagnare a scuola da un genitore, se il compito in classe era alla terza ora potevi, perchè malato, dormire sul banco, alla terza ora facevi il compito in classe e dopo potevi, in quanto malato, tornare a casa accompagnato dal genitore. E non sto parlando di liceo, ma di elementari (bambini dai 6 ai 10 anni).
Ti risulta che in Calabria, Campania, Sicilia, etc. succeda qualcosa del genere? A me no.
Non è la BuBa che "accetta" l'ESM (E
l'ESFS). E' la Corte Costituzionale che con un verdetto all'italiana:
"Ja, aber. Aber ja. Sì ma. Ma sì" lo ha
aggiustato alle enormi pressioni che ha ricevuto.
Ma c'è già chi ventila che non starà in piedi.
http://www.sueddeutsche.de/politik/urteil-des-bundesverfassun gsgerichts-zum-esm-ja-aber-aber-ja-1.1465483
"Das Karlsruher Urteil bringt Europa nicht weiter, es bringt Deutschland nicht weiter und die Demokratie auch nicht. Dieses Urteil weicht nämlich den wichtigsten Fragen aus. Es will ein Grundsatzurteil sein, aber es hat Angst vor dem Grundsätzlichen . Es ist, wie beim Bundesverfassun gsgericht üblich, wenn es um Europa geht, ein "Ja, aber"-Urteil. Aber das Ja dieses Urteils ist diesmal so kraftlos wie sein Aber. Es ist ein seufzendes "Aber ja"-Urteil.
Il verdetto di Karlsruhe non manda avanti
l'Europa, non manda avanti la Germania e non manda avanti neppure la democrazia, in quanto elude le domande più importanti. Vorrebbe essere un verdetto
di principio, ma ha paura dei fondamentali. E', come consuetudine della C.C. quando si tratta di Europa, un verdetto: Sì, ma. Ma il Sì di questo verdetto è tanto debole quanto il suo Ma, entrambi sospirati".
E ancora:
"Die Richter versuchen, die deutsche Haftungssumme auf 190 Milliarden Euro zu deckeln, obwohl sie wissen, dass das kaum funktionieren wird. Es wird dies kaum funktionieren, weil auf die Europäische Zentralbank der Karlsruher Deckel nicht passt.
Die EZB-Problematik aber haben die Richter weitgehend ausgeklammert, sie haben sie gescheut, sie haben sie verschoben - bis zu dem Urteil, das irgendwann im Hauptsacheverfa hren ergehen wird. Bis dahin macht die Europäische Zentralbank was sie will; und vielleicht ist das gut so, weil das Verfassungsgeri cht letztendlich nicht weiß, was es will.
I giudici tentano di "coperchiare" la
garanzia tedesca a 190 miliardi di euro, sapendo invece che non potrà funzionare in quanto questo coperchio non si adatta
alla BCE. La problematica della BCE è stata elusa grandemente, ne hanno avuto paura, l'hanno rimandata alla sentenza definitiva, chissà quando. Fino a quel momento la BCE fa quello che vuole, va bene così, perché la C.C. in ultima istanza non sa quello che vuole".
Per chi sa il tedesco vale la pena di leggere tutto l'articolo.
Altrimenti di cosa e di chi stiamo parlando quando ipotizziamo e temiamo l'avvento del Nuovo Ordine Mondiale?. Certamente non di questi burattini mossi da fili.
Giuliano
In tedesco si dice :"Es ist noch nicht aller Tage Abend-Non siamo ancora alla fine della giornata". I problemi sono moltissimi, a Buxelles i soliti noti , sanno che questi "aggiustamenti forzati alla ESM e EFSF" non danno garanzie e a furia di volere salvare le banche e i loro posti, rischiano di ottenere il risultato opposto, perché questa variante NON è affatto da escludersi.
Si dice che la fretta è una cattiva consigliera, infatti questa fretta "dannata" di portare avanti i loro diabolici piani in nome dei loro datori di lavoro, sta dimostrando le falle del sistema, che consiste nell' avere tirato insieme un papocchio dal quale è difficile districarsi. Con 60 milioni di disoccupati in Europa, una recessione che sta intaccando anche Deutschland ueber alles(oggi un lavoratore su cinque in viene pagato 10 euro lordi all'ora), la banche piene di titoli spazzatura che nessuno vuole più, un euro CHE NON E' AFFATTO garantito solo da un wishfull thinking, siamo nella globalizzazione bellezza, remember? le basi per un risanamento mancano, persino quelle più elementari. Messaggio per Draghi e Merkel.
Poi ci sono gli USA, che questo casino l'hanno messo in piedi per distruggere l'euro!
Si potrebbe obbiettare che in verità si mira alla dittatura, infatti questa è l'opzione più verosimile.
In quanto alle "zone speciali" del nord, forse non sanno che sono infiltrate alla grande dalla mafia, che i suoi quartieri generali li ha nel nord e non nel sud, come li ha anche in Germania.
Venghino signori, venghino.
La nuova internazionale socialista, composta ancora in parte dai rottamni della vecchia, fa solo piangere, non hanno certamente individui che fanno paura. In quanto al binomio Schulz e Roessler, è quello di Gianni e Pinotto.
Hitler dopo la vittoria finale, che dava per scontata, nella riorganizzazion e europea aveva collocato gli italiani tra
i negroidi. In qualche modo quelli della Bu.Ba lo ricalcano.
Avanti così l'elmo di Scipio lo si potrà usare come pitale.
Io resto della mia idea:
la storia europea degli ultimi 150 anni è caratterizzata, in buona parte, dal tentativo di non far diventare la Germania potenza egemone in Europa. Questo ci è costato due guerre mondiali assolutamente inutili perchè la Germania è comunque destinata a diventare la superpotenza egemone in Europa, sia con l'euro che con il marco*.
Io dico: lasciamoli governare e poi decidiamo.
* Anzi, "occupare" un'Italia con la lira ultrasvalutata grazie al marco ultracompetitiv o, sarebbe ancora più facile che farlo con l'euro. Tanto più che la lira riconsegnerebbe tutta la sovranità ai partiti italiani e nel giro di qualche anno finiremmo in bancarotta.
Un'ultima riflessione su lira e "svalutazione competitiva". Un conto è farla con il petrolio a 20 dollari al barile, una altro è farla con il petrolio a 100-150-180 dollari al barile. Il petrolio e tutte le altre materie prime, pagate in dollari. Pensateci un po'.
Chi sta meglio, oggi? L'italia che ha sempre svalutato la sua valuta o la Germania che l'ha sempre vista rivalutarsi?
Sostanzialmente ripete il fatto che la Germania ha tutt'altro che un saldo positivo nelle esportazioni, se si guarda a livello globale, ma solo grazie alle esportazioni nei paesi dell'eurozona riesce a vivacchiare, mentre è in saldo negativo con la Cina e gli altri paesi schiavisti.
In pratica rifila a noi ciò che compra dalla Cina...e bei co... sono gli italioti a stargli dietro.
Bruno Poggi ha depositato in Cassazione, lunedì 3 settembre 2012, due proposte di legge: una per uscire dall'Europa e una per separare le banche d'affari da quelle commerciali.
http://youtu.be/0EvEHQr_mpY
C'è da sperare direttore?
Luciano B
Come la cosina con i denti…
Il Nord che FU produttivo.
gracchia sempre come motivo.
quando tralascia che si fece arzillo.
col salasso del Tacco a renderlo brillo.
come Dracula che addenta e non molla.
finché, esangue la coscia, ora rutta e barcolla..
a ricalco dell’altro canto di Armando & fratello*.
Poi dunque cala dall’alto un ULTRA aggettivo.
che si direbbe concreto quanto auspicio votivo.
il BreViMan come Bengodi da sorpasso in Baviera.
Chissà.., forse chimera per dimensione futura…
per ora si confronti Quella con Milano & cintura,.
magari ad esempio,le ridenti Cormano o Bresso…
o, più vicino, si paragoni Como-Ponte con Chiasso:
alùra la coperta lùmbarda meglio vista da presso
forse assomiglia piuttosto al manto di Nesso.
* http://www.youtube.com/watch?v=985ll33DMfs
Giuliano
P.S.: Chiedo scusa per la terminologia ma... quando ci vuole... ci vuole!
Il Nord, riconosce la "superiorità" (diciamo così) dei tedeschi, si rimbocca le maniche, cerca di imitarli e magari un giorno eguagliarli.
Il Sud, nei confronti del Nord, continua a starsene seduto a braccia conserte "elucubrando" teorie in base alle quali le differenze tra Nord e Sud sono dovute a tutto tranne che a colpe dei meridionali.
Certo che esistono (eccome) anche cause storiche per l'arretratezza del Sud, ma un'esame di coscienza gioverebbe molto per una ripartenza economica e umana (ripartenza possibile) di quest'area.
Condivido ogni parola, un solo appunto, il nord non considera superiori i tedeschi, considera il loro sistema migliore e sa di poterlo applicare nelle proprie terre, il problema è che mezzo paese vive di trasferimenti e non intende rinunciarci facendo di tutto per impedire qualsiasi riforma.
Vogliamo anche aggiungere che questo è un paese (minuscolo) socialista che detesta l'iniziativa privata e fa di tutto per ostacolarla?
E che il sistema statalista sta bene sia alla sinitra che alla destra visto che chi governa se ne avvantaggia indipendentemen te del colore?
Quindi...massimo ostacolo alle imprese del Nord e mantenimento di, se non incoraggiamento nei confronti di una mentalità assistenzialist a al Sud per soffocare sul nascere ambizioni imprenditoriali in quest'area.
Voglio vedere come farete a far quadrare i conti all'INPS-Nord, senza i contributi del più giovane INPS-Sud...
E se non mi daranno retta, ci sono altri gruppi, come Insorgenza Civile (di Nando Dicè), Partito per la Secessione dell'Italia Meridionale (di Stefano Surace), Fronte di Liberazione delle Napolitania e tutti quelli che non conosco ancora, che stanno fremendo per la se-pa-ra-zio-ne e sono in cerca di adepti.
Ognun per sè, Dio per tutti (a chi non è credente, "Ognun per sè, Io per tutti").
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